Orizzonti Autumn Edition inizia nel solco tracciato dall’edizione primaverile andata in scena nel maggio appena trascorso. Il “giardino cosmico energetico” ascoltato nel Tierkreis di Stockausen ha molte analogie con uno dei più importanti capolavori di Johann Sebastian Bach: le Variazioni Goldberg, qui vestite del suono della fisarmonica. La scelta timbrica non mostra solamente il virtuosismo di Samuele Telari, ma vuol giocare con l’identità del timbro bachiano, un idioma capace di resistere alle pieghe delle riletture strumentali che in questi secoli si sono succedute. Meraviglioso gioco di proporzioni e architetture armoniche, le Variazioni Goldberg svelano il rapporto poetico tra musica e matematica. Un tema fecondo e trasversale ad ogni epoca e che oggi rivive nel compositore Andrea Agostini la cui ricerca sul segnale digitale puro — gestito da complessi algoritmi — esprime una cifra stilistica netta e riconoscibile nel panorama contemporaneo internazionale. Presentiamo le sue miniature elettroniche (acusmatiche) come dei semplici accadimenti che abitano il tempo delle Goldberg. Il capolavoro bachiano è difatti anche una stagione da abitare e vivere, in questo caso dal suono della fisarmonica che ricorda gli oscillatori e la sintesi sonora digitale di Agostini.
Il secondo concerto (intitolato Latente fibrilla) è dedicato alla scrittura per ensemble contrapposta a brani per strumento solo. L’energia che attraversa i brani esprime uno stato liminale di presenza che ha la consistenza della fibrillazione, sia ritmica che di trasformazione timbrica.
Potremmo presentare i brani scelti come le fotografie del momento nel quale le cose cambiano stato, attratte da riferimenti estetici del passato o dai campi magnetici che ridanno nuovo ordine. I due grandi lavori per ensemble di Ivan Fedele e Yan Maresz saranno le tappe principali di questa passeggiata nel giardino dove le cose cambiano e dove sarà possibile ascoltare Bach da un pianoforte che non suona (come nel brano di Celeste Oram).
Orizzonti Spring Edition riprende gli spunti offerti dall’ultimo concerto dell’edizione autunnale e ci invita a riflettere sulla consistenza degli stati energetici. Se si parla di fibrillazione non si può forse eludere l’immediata suggestione corporea che entra a far parte della nostra memoria a partire dal momento in cui, per la prima volta nella nostra vita, siamo stati attraversati dal primo (auspicabilmente minuto) impulso elettrico. Il moto causato dall’irrigidimento muscolare, il repentino aumento del battito cardiaco, anticipano il tema delle due giornate: il corpo.
La prima giornata è un omaggio a una delle più grandi voci della filosofia contemporanea, Jean-Luc Nancy, scomparso nell’agosto del 2021. Tra i temi cardine del suo pensiero c’è sicuramente la riflessione sul corpo, sul soggetto e sull’individuo. Un corpo (Corpus) sempre in bilico nel tremito del suo stato esistenziale, in una vibrazione identitaria capace di moltiplicarsi/proiettarsi sull’arte, sulla danza e sul teatro (solo per citare alcuni dei titoli delle pagine dedicate a questi argomenti). A presentare la figura di Nancy sarà un testo scritto appositamente per la serata dalla filosofa e curatrice Chiara Vecchiarelli, di origini perugine, da anni vive a Parigi dove ha avuto modo di confrontarsi più volte con lo stesso Nancy. L’aspetto musicale vivrà poi di due momenti distinti, un primo strumentale e un secondo elettronico con danza. Abbiamo voluto celebrare il pensiero di Nancy con delle nuove creazioni in prim assoluta, è il caso di ASINDETO (concepito dal sound artis Nicola Cappelletti e dalla danzatrice Lucia Guarino), di un nuovo brano del giovane compositore perugino Leonardo Matteucci e di due brani (di cui uno in prima assoluta) del compositore Paolo Perezzani, una voce importante della composizione italiana già assistente di Salvatore Sciarrino ed eseguito dai più importanti musicisti della scena internazionale come Claudio Abbado. Perezzani, laureato in filosofia, è stato vicino al filosofo francese a cui ha dedicato il primo brano della serata.
La seconda giornata prosegue nell’indagine sonora del corpo musicale, questa vol- ta dal versante cameristico. Il programma Nous.Corps. si articola in tre momenti: il distacco, la vestizione e il guardarsi. Il percorso di ascolti è molto serrato, fatto principalmente di brani per strumento solo che si susseguono secondo un ordine di impaginazione che vuole disorientare rispetto al tradizionale ruolo dello strumento solista. Dal “corpo elettrico” di Franck Bedrossian ai girotondi di Yan Maresz fino al virtuosismo estremo di Donatoni che svela la spietatezza possibile del confronto tra il musicista e il corpo del proprio strumento.
Complici di questi viaggi musicali, i preziosi musicisti di Opificio Sonoro.
Marco Momi